yoga patanjali
Sono certa che chiunque di voi uscendo la mattina presto di casa per andare al lavoro, trovandosi catapultato dal letto al traffico caotico cittadino , abbia pensato che la vita corre troppo velocemente, sembra di annaspare, di arrivare a fine giornata sempre col fiatone.
Ecco in realtà non è che vi sembra, é proprio così ! Anche perché noi vogliamo tanto, tutto , sempre di più, per noi e per chi ci sta intorno ( vedi i poveri figli sballottati a destra e a manca ad inseguire le innumerevoli attività ).
Così non ci rendiamo conto di essere bombardati da stimoli visivi e sonori continui che si insinuano nemmeno in maniera tanto subdola, all’interno della nostra mente e, piano piano si fanno spazio per andare più in profondità anche dentro la nostra anima.
Risultato: un enorme dispersione di energie, necessarie per far fronte a tutto, una mente in continuo movimento , senza tregua, pensieri che si susseguono ad altri pensieri in un moto perpetuo.
Così ecco che si affacciano l’ansia, la tachicardia, la pressione alta, il mal di schiena, il mal di stomaco e chi più ne ha ….
Per me sarebbe già sufficiente per ritrovare uno stato di calma e benessere pensare di srotolare il mio tappetino e iniziare a praticare yoga per risentire il contatto con me stessa e con dei tempi più lenti, più tranquilli, riportare il cuore ad un battito naturale.
Se ciò non bastasse vi posso raccontare come uno dei testi più importanti dello yoga, l’HATHAYOGA-PRADĪPIKĀ”, ci spiega come in ogni individuo c’è il desiderio di affrancarsi da una vita di dolore causato da un ciclo perpetuo di nascita , vita , morte, successiva rinascita e così via. Questo ciclo viene chiamato “Samsara”, ogni azione é gravida di conseguenze che si vedranno nel tempo, quindi un’azione genera un’altra azione seguendo una legge di causa ed effetto ,il Karman.
Ogni azione, ogni pensiero crea un legame con il successivo in un ciclo continuo: il mezzo e il fine della ricerca per affrancarsi dal Samsara e smettere di soffrire é lo Yoga che ha come scopo finale superare la dicotomia tra Sé individuale e Sé universale.
In parole più semplici ciò che ci procura dolore é l’aver perso il contatto con noi stessi e noi stessi con il resto dell’Universo. Come dire che facciamo fatica ad occuparci della nostra parte più profonda e spirituale , che non ci sentiamo più parte di un tutto ,ma solo singoli elementi di un nucleo in via di dissoluzione.
Per rimettere un po’ di ordine ci viene incontro un gentile saggio di nome
Patanjali intorno al II sec. a.C. che decide di mettere per iscritto tutto ciò che fino ad allora apparteneva ad una tradizione essenzialmente orale.
Così scrive i SUTRA che sono 196 versi in cui viene spiegata la filosofia
dello yoga seguendo procedimenti e metodi pratici per arrivare poi ad
esplorare le profondità della mente ed elevare il proprio livello di coscienza.
In sostanza Patanjali vuole dirci che attraverso la pratica dello yoga possiamo raggiungere la libertà .
Lo yoga di Patanjali viene anche definito Raja Yoga, lo yoga della mente,
perché dedicandosi all’esplorazione del mondo interiore, attraverso gli 8
passi da lui descritti si arriva ad eliminare ” le fluttuazioni della mente” e a raggiungere la pace.
Ashtanga yoga ( lo yoga degli 8 stadi ) prevede:
Yama e Nyama, di cui abbiamo parlato nel primo articolo,
Asana( posizioni)
Pranayama( controllo del respiro)
Pratyahara ( ritiro dei sensi all’interno)
Dharana ( stato di concentrazione)
Dhyana ( meditazione)
Samadhi (stato di profonda concentrazione in cui tra colui che medita e
l’oggetto meditato non c’è più differenza, assenza di pensiero).
Tutto chiaro? Nei prossimi articoli andremo ad approfondire ogni stadio
dell’Asthanga yoga che non è altro che il percorso che faremo insieme nel
nostro viaggio lungo il sentiero dello yoga.
A presto!
Om shanti
Sara